ATU del futuro -Comitato Lavoratori ATU-

Sembra tutto tranquillo ma non è affatto così. I sistemisti informatici esternalizzati del Ministero della Giustizia temono per il loro futuro. Riuniamoci per organizzarci prima che sia troppo tardi.

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lunedì, gennaio 01, 2007

IL PRIMO ANNO DEL COMITATO

Cronologia Anno 2006 Comitato Lavoratori ATU

Non state a guardare, partecipate anche voi.
Abbiamo bisogno anche del vostro aiuto.

Giugno 06
Dalle ceneri delle disordinate movimentazioni di Febbraio, giunte praticamente a nessun risultato serio, dopo tanto parlare si concretizza il progetto di creazione di un comitato di informatici ATU, lavoratori senza alcuna distinzione di appartenenza societaria o geografica.

Sistemisti di varie realtà si raggruppano nel direttivo della prima ora.
Gli attivisti del Comitato cominciano a contattare i colleghi, tra mille difficoltà di carattere logistico.
Il fenomeno dei "colleghi fantasma" (persone che appaiono e scompaiono misteriosamente) non aiuta a creare collegamenti su scala nazionale.

Viene redatto un documento approvato e modificato nella forma con l'ausilio di rappresentanti di più regioni.
Comincia ad essere redatta una "rubrica globale" dei sistemisti ATU di tutta Italia.
Luglio 06
La relazione del Comitato comincia a circolare per canali "privilegiati" verso soggetti potenzialmente utili alla causa.
Nascono i primi contatti con i sindacati P.A.
Il blog "http://nuovaatu.blogspot.com" diventa l'organo ufficiale del Comitato.
Vengono approntati indirizzo email (comitatoatu@yahoo.it) e la prima mailing-list.
Cominciano le sottoscrizioni tra sistemisti aderenti e ministeriali solidali.
Viene inviato un messaggio nella mailing-list del CISIA per presentare il Comitato, a distanza di tempo gli stessi CISIA ammettono ufficiosamente di essere anch’essi ancora troppo disgregati per un aiuto serio alla nostra causa.
Il Ministro Antonio Di Pietro, contattato via email, esprime solidarietà alComitato.
Nascono contatti con le associazioni dei Magistrati.
Appaiono sulla scena colleghi di alcune regioni fin'ora non ancoraraggiunte dal passaparola del Comitato.
Agosto 06
Si cementa l’amicizia col sindacato RDB/CUB.
Appare per la prima volta online sul loro sito di rilevanza nazionale la relazione del Comitato sulla questione ATU e la precarietà dei sistemisti impiegati sulla commessa.
Il muro del silenzio mostra le prime crepe.
Settembre 06
Nella relativa tranquillità generale, viene a galla la notizia che la gara nazionale per l’Assistenza Tecnica Unificata al Ministero della Giustizia non è stata invalidata completamente.
C’è appello al Consiglio di Stato…siamo ancora in pericolo.
Ancora oggi ci si chiede: perché questo colpevole silenzio da parte di coloro che ci stanno intorno ed erano in dovere di informarcene?
In Piemonte intanto avviene un fatto preoccupante: la società che opera in quell’area improvvisamente ritira per una settimana i suoi sistemisti dalle sedi per accordi non raggiunti sui pagamenti.
Un campanello di allarme per i colleghi del Nord, la notizia rimbalza sui giornali.
Ottobre 06
Il giorno 6 Ottobre 2006 è una data storica per tutti i sistemisti ATU.
In barba a qualunque irrazionale silenzio-assenso per tutte le peripezie che stanno affrontando, gli informatici ATU partecipano insieme ad altre circa 30mila persone alla prima, vera manifestazione per la stabilizzazione di tutti i precari ed esternalizzati della pubblica amministrazione.
Un fatto senza precedenti, insieme alla salita (nello stesso giorno) al Ministero della Giustizia da parte di rappresentanti del Comitato, a colloquio con un Sottosegretario.
Nemmeno il tempo di esser soddisfatti per quanto accaduto, una notizia piomba su tutti i sistemisti della penisola: le ditte di assistenza hanno firmato un accordo per richiedere una serie di condizioni al Ministero per il prosieguo delle attività, in mancanza di risposta positiva fermeranno le attività a partire dal giorno 2 Novembre.
A fine mese la situazione per i lavoratori precipita: in previsione del blocco avvengono licenziamenti in massa di consulenti e disposizioni di rimanere a casa in un modo o nell’altro anche per i dipendenti.
Il Comitato si prepara a fronteggiare l’emergenza con ogni mezzo, in pochi giorni si ricevono molte richieste di iscrizione.
(Bisognerebbe imparare che il latte va salvaguardato prima che si versi…)
Viene approntata una nuova manifestazione a Roma per impedire che i lavoratori vengano risucchiati in un buco nero come a Febbraio.
Novembre 06
Viene
creato il sito ufficiale del Comitato www.comitatoatu.it
In previsione del blocco il Comitato comincia contatti a 360° e grazie anche a ciò vengono prodotti articoli di stampa e lettere da parte dei sindacati P.A. per sensibilizzare il Ministero all'imminente tracollo informatico.
Ma il tanto temuto blocco non avviene.
In una “incredibile” riunione di cui si dice ancor oggi di tutto e di più, il Ministero impone comunque la sua linea alle società.
In tarda serata centinaia di informatici ricevono la notizia che si andrà a lavorare…famiglie in ansia fino all’ultimo minuto tirano un sospiro di sollievo.
Tuttavia a Roma la piccola società ETOS viene rilevata da altri e subisce un pesante ridimensionamento di risorse umane e nel resto d’Italia non tutti i consulenti licenziati rientrano.
Nostri colleghi, parte di essi ancora con il Comitato, perdono quindi il lavoro nell’indifferenza dei più.
A causa di tutti questi capovolgimenti di fronte, la manifestazione ATU viene spostata più volte di data, alla fine ci si mette d’accordo con la Rdb per farla coincidere il giorno 17 con lo Sciopero Generale dei sindacati di base del pubblico impiego.
Il giorno 17, pur tra alcuni disguidi di carattere organizzativo dovuti a forza maggiore, avvengono degli importantissimi incontri tra delegazioni di sistemisti ATU ed esponenti del Ministero e del Governo, direttamente in Parlamento.
Da parte ministeriale vi è una prima “apertura” sulla questione della salvaguardia dei lavoratori ad ogni eventuale passaggio di commessa tra una ditta e l’altra, mentre gli esponenti parlamentari sono possibilisti riguardo a futuri assorbimenti nel pubblico dei sistemisti ATU.

Insieme a tanti articoli generici sull'emergenza informatica al Ministero, un noto quotidiano del Sud pubblica un articolo specifico sulle attività del Comitato.
A fine mese la Commissione Giustizia del Senato approva un ODG dove si chiede al Governo di riconsiderare i meccanismi dell’Assistenza Tecnica Unificata e suggerisce di bandire un concorso per l’assunzione dei sistemisti informatici.

Dicembre 06
In Campania/Puglia/Molise avviene uno scontro tra i lavoratori e la società a causa della mancata erogazione degli stipendi da quasi 3 mesi, i soldi promessi dal Ministero nella riunione con le ditte ancora non sono disponibili.
Dopo 4 giorni di sciopero, durante i quali in Puglia il CISIA richiede la sostituzione della società, la dirigenza aziendale firma un documento con modi e tempi dei pagamenti arretrati.


IL RESTO DELLA STORIA E’ NELLE VOSTRE MANI, COLLEGHI, IL COMITATO SIETE VOI…

10 Comments:

At 5:37 AM, Anonymous Anonimo said...

Neoatu, comitatu o chi per voi...
Pensate davvero che questi vostri colleghi meritino tutto il vostro impegno?
State conducendo una battaglia che potrebbe essere la salvezza anche di tanta gente di merda che non vi sta aiutando, anzi a volte persino ostacolando.
Non vi diranno nemmeno grazie.
Ne vale la pena?

 
At 11:08 AM, Anonymous Anonimo said...

Questo mi ricorda molto un anime che sto vedendo.
Mi sembriamo il Giappone contro la Britannia.

 
At 9:43 AM, Anonymous Anonimo said...

Io invece vorrei mandare affanculo pubblicamente tutti i colleghi parassiti che dopo questo splendido e coraggioso primo "anno" del comitato non vogliono cacciare 5 miseri euro...più miseri di loro...

 
At 11:26 AM, Anonymous Anonimo said...

C.V.D.

 
At 11:43 AM, Anonymous Anonimo said...

Non tormentarti, dappertutto ci sono questi personaggi.
Il mondo è fatto anche di queste persone, purtroppo.
Pronti a camminare sui carboni ardenti se glielo chiede qualche coordinatorucolo da strapazzo e a defilarsi all'istante se chiamati a donare un contributo a chi tenta di salvargli il culo.
Gli stessi che poi in periodo di emergenza piagnucolano terrorizzati.
Qui "nord", passo e chiudo per ora.

 
At 11:45 AM, Anonymous Anonimo said...

Si può sapere chi è che scrive ogni tanto C.V.D. e perchè? E che significa?

 
At 2:30 PM, Anonymous Anonimo said...

Sarà un analfabeta...

 
At 1:43 AM, Anonymous Anonimo said...

Effettivamente ci sono molti nostri colleghi che non si meritano proprio un bel niente. Preferiscono chiudere gli occhi, non esporsi mai, leccare il culo al personale dei cisia o a qualche buontempone da strapazzo, girare la testa da un'altra parte quando un loro collega si trova da un giorno all’altro per strada. E’una situazione molto triste e scoraggerebbe chiunque ed inoltre rende tremendamente difficile interfacciare sia i politici che chiunque altro è in grado di dare un contributo positivo alla nostra causa. Non capiscono che un minimo di adesione ad iniziative che vanno verso una certa direzione è utile per tutti. Qualsiasi organismo, sindacati, politici ecc. fa proprie le nostre richieste e rivendicazioni soltanto dove trova coesione, partecipazione e mobilitazione effettiva. E’ uno scenario incredibile vederli riempire i loro tempi morti giocando al fantacalcio o ad altre amenità del genere. Quando vengono richiesti 5 miseri euro fanno finta di non aver sentito o spariscono. Qualcuno dice che siamo tornati al Medioevo e purtroppo i fatti dimostrano che è proprio cosi. Molti di loro sono persone adulte, con famiglia ed esigenze quotidiane gravose, eppure si comportano come i ragazzini. E’semplicemente assurdo questo comportamento ma proprio ASSURDO.
Non so cosa serve per farli ragionare, me lo sono chiesto svariate volte. Non basta il lavaggio del cervello, forse bisognerebbe passare ad altri strumenti e perché no? Medioevali. Cosa ne pensate di un bel clistere?

 
At 11:20 AM, Blogger NeoAtu said...

Parole sante collega, suppongo che tu già sia iscritto al comitato.
Fortunatamente tra noi ci sono anche persone come te.
Ci vorrebbe un clistere molto grosso visto che il loro deretano è provato da anni ed anni di messe a pecorina.
Ecco perchè chi tenta di far semplicemente ragionare coloro che sono abituati a muoversi dietro minaccia di manganello non ha facilmente presa su questi soggetti...

 
At 3:28 AM, Anonymous Anonimo said...

UN ITALIA IN TUMULTO PER LE MORTI BIANCHE, CHE SENSAZIONE PROVIAMO?
di Giacomo Montana

E' una vergogna nazionale quello che viene fatto continuare a fare accadere, facendo causare incidenti sul lavoro e morti bianche! Vi è sempre un lavorare “da morire”, lasciato continuare senza scrupoli. Altro che nascondersi cambiando nome ai partiti!

Queste morti non sono solo disgrazie, ma precise responsabilità, causate per la rincorsa del massimo profitto imprenditoriale per il quale, in molti casi, si ricorre persino a facili sub-appalti con nulla o scarsa sicurezza nei posti di lavoro. La tutela della salute dei lavoratori è ancora troppo inesistente e se il malcapitato dopo l'incidente rimane in vita, ma menomato, accade anche che viene beffato e deriso, senza fare concedere i suoi diritti di legge e di contratto, aggiungendo dolore al dolore e altri infiniti danni indicibili alla persona. La luce, sul contesto delle morti bianche, viene ogni volta fatta investire da una apposita tempesta di sabbia, che nasconde tutto il marcio che esisteva prime degli incidenti sul lavoro!


Una nebbia di sabbia che permette a chi ha omesso di applicare le normativa anti-infortunistiche di uscirsene tranquilli e beati, perché vergognosamente impuniti con mille sporchi cavilli studiati ad hoc da qualcuno, che ne riceve persino notevoli benefici economici! Il silenzio delle vittime sul lavoro, quelli deceduti compresi, non rimbomba onestamente nei cuori di coloro che hanno cariche di governo, tanto che tutto resta come prima e peggio di prima. Si sa solo promettere interventi che poi non arrivano, ingannando la povera gente che lavora.


Viene così dimostrato al popolo, che la politica italiana è lontanissima dai lavoratori, da quello che pensano i cittadini elettori, dal buonsenso che vorremmo tutti constatare e vedere operativo nei personaggi del mondo della politica. Gli infortuni sul lavoro sono e restano un problema sociale che, dicono gli esperti, potrebbe essere risolto con grandi vantaggi anche per l'economia, ma evidentemente a qualcuno resta infinitamente più comoda l'inerzia, l'indifferenza e la tacita complicità sul male che viene inflitto alle maestranze e alle loro famiglie.


Martin Luther King disse: “io ho un sogno, la nonviolenza” ma disse anche: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.


Per capire meglio i livelli della illegalità, persino contro disabile per motivi di servizio, potete visitare il sito:

http://www.mobbing-sisu.com e

http://sisu.leonardo.it

 

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